Daniela Betta
Fantasie di acido ossalico

Una grOSSA gallina disOSSAta sul tavolo della cucina che Anna osserva
con inquietudine, quasi rOSSA come i fiorellini ricamati sul vestitino
che indOSSA. Puzza la gallina, di roba marcia e cacca e cose così. Ma sa,
con sommo disgusto, che se la dovrà mangiare a pranzo, perché la
nonna non ammette cambi di menù, soprattutto ora che, rivedendola
dopo tanto tempo, scambia la sua crescita in altezza per eccessiva
magrezza.
“Ma nonna, a scuola Marco mi ha detto che sono grassa!”
“Ma no, Marco non ci vede bene, che sei tutta pelle e OSSA!” poi, dopo
un attimo di silenzio: “Tutt’al più digli che hai le OSSA grandi, sai, ce le
abbiamo di famiglia...”
Ecco, quella precisazione venuta dopo un tentennamento per Anna è la
prova tangibile di essere inesorabilmente grassa!
Niente da fare, al menù faraonico con tanto di cadavere squartato non
si scappa. Sta lì a riguardarsela quella gallina, con tutti quei nervetti e i
rivoli di sangue, immaginando i conati di vomito che le verranno
nell’assaggiarla. E poi quella puzza terribile! E’ così assorta nelle sue
divagazioni Anna, quasi ipnotizzata da quell’autopsia a cui ha appena
assistito, che non si accorge nemmeno dell’avvicinarsi del gatto Botolo
che lentamente comincia a strusciarsi contro le sue gambe. Per poi
salire su una sedia. Per poi saltare sul tavolo. Per poi arraffare il non­
più­pennuto disOSSAto e scappare con la preda fuori dalla finestra.
Sbigottimento: Grazie Botolo, mi hai salvata!
Sgomento: Oh mamma!!! Cosa dirà la nonna?!?
Alibi. Le serve un alibi, come quelli degli assassini dei telefilm. M nonna
è furba, un osso duro che si guarda tutte le puntate del Tenente
Colombo...
Una scOSSA l’attraversa: deve inseguire Botolo! Anna si precipita in
giardino, cerca dietro le ortensie e sotto il glicine, ma niente, di Botolo
nessuna traccia. Poi una macchia rOSSA sul pavimento del portico
cattura la sua attenzione. Guarda meglio per cercarne altre... eccone
una lì e un’altra là e poi finalmente compare la sagoma di Botolo
intento a scavare una fOSSA. La gallina, o quel che ne resta, è già
sepolta sotto un cumulo di terriccio vicino alla grande quercia. E ora?
Anna immagina le urla di nonna un minuto prima di essere percOSSA
per bene: in fondo le aveva detto di badare al pranzo mentre lei
avrebbe steso i panni. Ammutolita, senza una scusa a cui aggrapparsi e
con le scarpe infangate, Anna si ritrova a fare ciò che le riesce meglio
quando deve trovare una soluzione a un problema: fantasticare. Chiude
gli occhi e si immagina con le treccine, figlia di un capo PellerOSSA,
intenta a intagliare OSSA di bisonte per farne collanine mentre il suo
fiero gatto Botolo Seduto le tira i capelli facendo le fusa. Tutt’intorno
una natura selvaggia, con la grande quercia oracolo e simbolo di rituali
ancestrali, quasi un OSSArio di famiglia, la brezza e il profumo di fiori
che la inebriano, canti sciamanici e...
“Brutto gattaccio maledetto! Che tu pOSSA finì all’inferno, bischero che
‘un sei altro!” 1
Le urla della nonna la riportano alla realtà. Si precipita in casa e con il
fiatone grida:
“Nonna, nonna! Non sai mica cosa è successo! Una cosa incredibile!”
La nonna si gira e per un attimo smette di rincorrere Botolo con la
scopa.
“Hai presente Galline alla riscOSSA? Il cartone animato, ma sì... dai,
quello che abbiamo guardato insieme a Natale! Beh, è successo che
dalla finestra sono entrate due galline svolazzanti e hanno preso quella
morta sul tavolo, poi sono scappate! Secondo me erano sue amiche e le
volevano fare il funerale, poverina...”
La nonna sorride e posa la scopa.
“Dai Annina, inforniamo le patate prima che volino via anche quelle!”
“Evviva, le patate arrosto, il mio piatto preferito! Bella mOSSA Botolo!”
pensa Anna, contenta di aver convinto nonna con la sua avvincente
storia mentre in cucina risuona dalla vecchia radio un pezzo di bOSSA
nova.

1 - da leggere con accento toscano


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