Laura Solieri
Case


C’è mitezza 
e scrupolo
nella tua accoglienza,
nel tuo aspettare.
Sono gli odori
che ci fregano il cuore,
è così inconfondibile al naso
il laboratorio con i suoi fili, i gessi, le misure,
l’officina con la lavanderia,
il tuo grembiule estivo,
raggiungerti
a maggio
al rosario.
Tornare e cercarmi
al tatto della carta da parati,
del cancello sotto i polpastrelli,
sul dondolo fuori stagione
delle stagioni.
Tornare a posarsi
sulle ore contente 
tra lo sbriciolio dei biscotti sottratti,
sul sale leccato via dai grissini di pane.
Ho più di un nido di riconoscimento quaggiù
dove mancate e mancherete,
dove è clemenza di colori,
ristoro di parole
e vie di fuga. 


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